Fonte: "Cause e rimedi al sovraccarico di metaboliti acidi indotti dall’attività sportiva intensa/agonistica" tesi del Dott. Alessandro Zulian

È stato dimostrato che, in seguito ad un’intensa attività sportiva, c’è un incremento notevole della produzione di radicali liberi con conseguente abbassamento del sistema immunitario ed incremento dello stress ossidativo.

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Questi hanno il potere di danneggiare le cellule che entrano in contatto con loro. Questo processo si chiama ossidazione e i danni possono essere tanto gravi da portare a morte le cellule stesse.

Ciò ha fatto convertire Kenneth H. Cooper, padre dell’aerobica, ad una versione molto più soft dell’attività fisica.

Quindi: “Fare sport non produce solo effetti positivi”.

Il raggiungimento di una buona performance necessita di un consumo molto elevato di ossigeno che porta alla formazione di radicali liberi ossigenati responsabili di un precoce invecchiamento cellulare e di malattie autoimmuni, degenerative e neoplastiche.

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Quali sono le conseguenze dell'acidosi per chi pratica sport?

L'acidosi negli sportivi può comportare disastrose conseguenze:

  • le forze vengono meno ed il calo di rendimento diviene inevitabile,
  • il rischio di traumi aumenta, la muscolatura e l'apparato osteo-articolare ne risentono velocemente rendendo così impraticabile il training o la prova,
  • crampi muscolari, stiramenti, dolori sono le conseguenze più comuni di uno stato di acidosi dovuto ad eccessivo esercizio fisico.

Per contrastare l'acidosi indotta da esercizio fisico, è necessario fornire all'organismo sostanze basiche.

Queste contribuiscono a garantire un’elevata capacità prestazionale e ad accelerarne il recupero. L’eccessivo aumento dei radicali liberi (acidosi metabolica e/o stress ossidativo) è stato identificato dalla scienza medica come fattore decisivo nella genesi delle malattie degenerative e dell’invecchiamento.

Si è visto che la presenza di radicali liberi e/o acidosi metabolica nei muscoli e nel fegato di animali sotto allenamento fisico è tripla del normale. Quindi, per coloro i quali praticano attività sportiva agonistica e/o amatoriale intensa, è indispensabile “proteggersi” in maniera efficace con antiossidanti e/o alcalinizzanti.

Lo stress ossidativo causa ipossia. L’ipossia è una situazione indotta dall’esercizio fisico intenso. Tutto ciò induce infiammazione a livello della matrice extra cellulare con conseguente acidosi. Acidosi che, invece di essere tamponata dal cibo che mangiamo o dall’ossigeno che respiriamo, viene aggravata dai processi di trasformazione di questi in nutrimento ed energia.

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Questo meccanismo produce scorie metaboliche “acide” che devono essere eliminate attraverso urine, feci e sudore. Quando la quantità di scorie metaboliche acide supera quelle che il nostro organismo è in grado di eliminare, insorge acidosi, in altre parole sovraccarico di sostanze acide nei tessuti da dove dovrebbero essere eliminate.

Ecco dunque che risulta sempre più importante avere, nello sportivo, una corretta alimentazione basata su cibi tendenzialmente alcalini come la frutta e la verdura: ”cinque pasti al giorno basati su vegetali colorati”.

La frutta e la verdura fresca, meglio a chilometro zero, sono spesso alcalinizzanti così come molti semi, crauti freschi, germogli freschi. Il tutto dovuto al loro contenuto di minerali (calcio, potassio, sodio, magnesio, ferro).

Ricerche condotte negli USA confermano che un abbondante consumo di frutta e verdura può rallentare il danno da stress ossidativo e conseguente acidosi metabolica.

Una nuova tecnica di analisi basata sul potere antiossidante dei cibi denominata “ORAC” (Oxygen Radical Absorbance Capacity) ha dimostrato che attraverso il consumo di elevate quantità di frutta e verdura ad alto punteggio “ORAC” si possa rallentare il processo di invecchiamento del corpo e della mente (Wang,H., Cao,G., Prior,RL., ”Total Antioxidant Capacity of Fruit”).

Nel corso di un esercizio fisico, infatti, il dispendio energetico aumenta e la velocità delle reazioni ossidative è accelerata. Tali fenomeni permangono anche per 20 ore dopo la fine dell’esercizio fisico.

A livello dei muscoli e del cuore il consumo di ossigeno può aumentare dal 100% al 200% rispetto ai periodi di riposo con un proporzionale aumento di radicali liberi. L’eccesso di ossigenazione può presentare un effetto nocivo per l’organismo (sono stati Priestley e Lavoiser, alla fine del XVIII° secolo a scoprire le proprietà dell’ossigeno, mettendone in risalto alcuni effetti tossici).

 

La tesi del Dott. Alessandro Zulian sull'uso dei prodotti GJAV

Questo progetto di tesi, nasce in parallelo con lo studio svolto presso AmbrosiaLab (società spin-off dell’Università di Ferrara) sul rilevamento della quantità di collagene nella popolazione, che ha permesso di individuare come questa proteina varia in soggetti praticanti attività fisica intensa/agonistica.

Successivamente, grazie alla collaborazione con il C.U.S. (Centro Universitario Sportivo) Ferrara, sono stati selezionati 34 atleti praticanti CrossFit® ai quali è stato misurato il livello di pH urinario valutandone il grado di acidità fisiologico. L’obiettivo è stato quello di tamponare e quindi di innalzare il livello di pH rilevato, mediante l’utilizzo di una supplementazione con integratori contenenti pH alcalin®, un miscela di sali alcalini, forniti da GJAV®, durante un periodo di undici settimane.

Approfondimento ➝ La tesi di laurea sull’efficacia degli integratori alcalinizzanti Gjav

 
 

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