Con il termine pubalgia si indica una sindrome dolorosa che interessa la regione inguino-pelvica (parte della zona anteriore dell’osso dell’anca), con irradiazioni fino alla zona dei muscoli adduttori, degli abduttori, degli archi crurali (legamento inguinale). La pubalgia è una condizione che colpisce soprattutto i giocatori di calcio, di rugby, di tennis, di scii, di basket, di equitazione, di palla a mano e che diminuisce o limita la resa degli sportivi. Quest’affezione si riscontra soprattutto nei maschi (in un rapporto di 1 donna ogni 5 uomini), piuttosto che nelle femmine. I medici ritengono che il vantaggio si possa spiegare in quanto le donne preferiscono normalmente praticare delle attività ricreative meno violente ed inoltre hanno una diversa conformazione anatomica della pelvi. La pubalgia colpisce gli atleti all’inizio della loro carriera o verso la fine (quindi tra i 20- 40 anni).
La causa della pubalgia
L’origine della pubalgia è piuttosto oscura, per non dire controversa. I fattori riconosciuti come concause per l’insorgenza di questa condizione sono: intrinseci (quali le caratteristiche specifiche di ogni singolo individuo come una displasia dell’anca, un’iperlordosi lombare, una parete addominale ipotonica), estrinseci (cambiamenti bruschi di direzione, superficie sulla quale ci si allena o inadeguate scarpe adoperate per praticare uno sport). Altri elementi che favoriscono la comparsa della pubalgia sono i microtraumi che si sono ripetuti nel tempo (legati a sport intensivi, praticati fin da giovani, su un terreno molto duro), disequilibrio tra gli addominali poco sviluppati e gli adduttori per contro molto potenti e mancanza di un adeguato riscaldamento (o sforzi eccessivi da sovrallenamento).
La sintomatologia della pubalgia
Le persone colpite da pubalgia riferiscono una sofferenza o una tribolazione che riguarda: la parte inferiore dell’ addome in relazione con il pube il lato interno delle cosce l’area scrotale la sinfisi pubica (connessione tra le due sezioni pubiche). Dolori che crescono con gli sforzi, con lo sgranchimento mattutino e con certi movimenti (incrociando le gambe), per diminuire con l’inattività. Manifestazione della sofferenza La tribolazione dei soggetti colpiti dalla pubalgia può scatenarsi in modo sordo, lancinante, improvvisamente.
La diagnosi della pubalgia
Una volta ottenuta la storia clinica del paziente lo specialista potrà sottoporlo a tutta una serie di esami per confermare la diagnosi di pubalgia. Esami clinici potrebbero consistere in: Test muscolare (stiramento contro resistenza), prove di compressione, test dell’adduttore, diagnosi differenziale , esame della struttura della parete addominale, prova del quadrato lombare in posizione seduta, controllo degli adduttori (per confermare o escluderne degli stiramenti); verifica di una possibile ernia inguinale, controllo di una patologia urologica; iperparatiroidismo (disturbo endocrino che dà luogo a delle sofferenze muscolari); raggi x (permettono di vedere delle escrescenze ossee che potrebbero essersi formate nei bordi superiori del pube); ecografia (mostra il processo infiammatorio della zona tendinosa e nella sua intersezione); risonanza magnetica (oltre che rilevare un’infiammazione consente di evidenziare un edema osseo);
Il trattamento della pubalgia
La pubalgia si fronteggia con diverse soluzioni:
- farmaci (adoperati in presenza di traumi semplici)
- analgesici (per la sofferenza)
- miorilassanti (per i muscoli contratti)
- antinfiammatori
- infiltrazioni di corticosteroidi (nella congiunzione degli adduttori o in quella della sinfisi pubica)
- fisioterapia (il fisioterapista effettua dei massaggi profondi, pratica tecniche di rieducazione)
- agopuntura
- ghiaccio locale
- cosciere (fasce per le cosce)
- rimedi naturali (quali l’omeopatia, la fitoterapia o l’aromaterapia, che non danno luogo ad effetti iatrogeni)
- metodi fisici (come gli ultrasuoni, le onde d’urto, l’applicazione di calore nella parte del corpo dolorante. L’aumento del flusso sanguigno in un muscolo o in un tendine produce un miglioramento del metabolismo locale ed aumenta il processo di cicatrizzazione della lesione prodotta da infortuni sportivi o da parto, combinato con lo svolgimento di esercizi leggeri)
- riposo
Intervento chirurgico della pubalgia
Una resezione del tendine (tenotomia) è l’ultima opzione presa in considerazione dagli specialisti quando nessuna terapia summenzionata ha portato dei miglioramenti significativi nella vita del loro paziente.
Prevenzione della pubalgia
Si può prevenire la pubalgia recandosi presso un osteopata (professionista sanitario che studia la biomeccanica), prima di iniziare uno sport, soprattutto a livello agonistico. Lo si può consultare anche dopo, in modo particolare quando si iniziano a sentire i primi fastidi a carico della zona iguino-pelvica (per scoprire i disturbi a carico del bacino e risolverli con delle apposite correzioni).
Evoluzione della pubalgia
La progressione della pubalgia non si può prevedere: varia a seconda del paziente interessato (bisogna vedere che danni ha riportato, la sua salute passata e presente, se segue scrupolosamente le indicazioni fornitegli dai sanitari a cui si è rivolto). Così come non si può avere la certezza che si riprenda nel giro di un mese o di quasi due (o perfino nel giro di dodici).
L'autore dell'articolo il Personal trainer di Cagliari Francesco Casillo è autore di oltre 30 trasformazione corporee documentare attraverso foto e video “PRIMA” e “DOPO” all’interno del sito www.frankcasillo.com.