Voglio proporre all'attenzione del pubblico fitnessiano un altro interessante caso di trasformazione corporea. Questa volta trattasi di un caso già “trattato” in passato, ma ritornato dopo qualche anno con una composizione corporea migliore alla prima in assoluto per poter procedere, così, alla volta di altri ed ulteriori stadi quantitativi e qualitativi del miglioramento della composizione corporea. La persona oggetto della presente trasformazione si chiama Mario Ruggiu. E' un caso comune a molti poiché chi si è sempre allenato sistematicamente in palestra con lo scopo di migliorarsi può rispecchiarsi nella medesima situazione: impegno, sacrificio ed allenamenti pesanti senza il benché minimo riscontro di miglioramenti fisici, tangibili ed oggettivamente misurabili.
Mario si è presentato a me il 03/01/2013 per lo start up necessario alla futura programmazione che doveva mettere inizio al suo processo di cambiamento fisico passando necessariamente da un miglioramento dello stato generale di salute. E' noto che il miglioramento della composizione corporea (cosa che esula dal mero concetto di perdita di peso!!!) è substrato e presupposto per il miglioramento dei fini processi di immuno-modulazione che presiedono ad un miglioramento delle condizioni generali dello stato di salute: minor grasso viscerale pro-infiammatorio, aumento della massa muscolare con il conseguente aumento dell'increzione del mio-secretoma anti-infiammatorio: IL-6, IRISINA, IL-15, BDNF, IL-7, IL-8, IGF-1, etc.
E l'unico iter per procedere diretti verso tale obiettivo (di miglioramento della composizione corporea) non può essere altro se non lo stile di vita tipico del bodybuilding:
1) Allenamenti brevi ed intensi, condotti secondo una frequenza settimanale individualizzata in base alle capacità di recupero del singolo (che emergono grazie alla rilevazione di precisi marker dello stress e dell'infiammazione attraverso l'utilizzo di dispositivi clinici per l'analisi differenziale qualitativa e quantitativa della composizione corporea).
2) Recupero psico-fisico in linea alla frequenza, intensità, e densità degli stimoli allenanti nonché del carico lavorativo giornaliero globale.
3) Stile nutrizionale organizzato in funzione delle caratteristiche metaboliche e morfologiche del soggetto, degli obiettivi ambiti e dall'assetto allenante intrapreso.
4) Selezione degli esercizi sulla base della loro stimolazione meccanica verso i gruppi muscolari più grossi e principali nonché e conseguentemente verso gli output ormonali (quest'ultimo aspetto in sinergia al punto “2”) più confacenti ed in linea al miglioramento della composizione corporea (e.g.: ormoni anabolici e lipolitici).
5) Programmazione aerobica. Questa è stata soggetta, nel tempo, a continue variazioni: A) nell'intensità (a seconda dei livelli di grasso raggiunti e dei livelli di infiammazione riscontrati nel corso dell'iter programmatico intrapreso). B) alternanza della sua presenza all'interno dei programmi di esercizio fisico (sempre e solo in funzione alle intrinseche capacità di recupero di Mario). C) posizionamento alternato nella fascia mattutina a digiuno (quando prioritario è stato l'adattamento lipolitico) e nella finestra serale (quando prioritario è stato favorire una normalizzazione cortisolemica all'interno del suo fisiologico ritmo nichtemerale risultante attraverso il raggiungimento di valori di cutoff dell'angolo di fase in linea a tale evento).
Grazie all'applicazione sistematica degli stimoli allenanti su una frequenza che per la maggiore si è strutturata su una cadenza di 3 volte alla settimana (a volte anche a “2” allenamenti alla settimana; scelta dettata in virtù delle variazioni dell'angolo di fase e dell'acqua extracellulare laddove il primo valore è indicativo dello livello stressogeno ed il secondo del grado infiammatorio mentre la loro associazione a seconda dei loro valori del momento è chiave di lettura di diversi parametri metabolici: 1. stress acuto; 2. stress cronico; 3. infiammazione acuta; 4. infiammazione cronica sistemica) ed alle scelte nutrizionali e di supplementazione più confacenti agli obiettivi ma soprattutto al “qui e ora” delle condizioni morfologiche e metaboliche di Mario si sono potute osservare piccole variazioni della composizione corporea mese per mese che all'interno di un trend continuo di miglioramento hanno determinato una sommatoria di miglioramenti che nel medio termine (7 mesi) hanno dato ragione alle drastiche e positive modificazioni della composizione corporea che è possibile constatare personalmente attraverso il dedicato video e foto del “PRIMA” e “DOPO” che documentano il suo radicale cambiamento e trasformazione.
Al di là del razionale scientifico dietro l'impostazione programmatica e dei minuziosi dettagli a completamento di un programma specificamente mirato al miglioramento della composizione corporea è da premettere, sottolineare e rimarcare che il tutto ha avuto riscontro nei risultati finali solo grazie a 2 ingredienti di fondo ESSENZIALI:
1) Elevata motivazione da parte del soggetto che ha intrapreso il programma di trasformazione. 2) Intensità allenante submassimale con la quale Mario ha condotto ogni allenamento, e “cedimento muscolare” in ogni serie allenante (riscaldamento escluso).
Il punto “1” è il motore portante che rende possibile la presenza del punto “2”. Senza l'uno o l'altro, per quanto la programmazione possa essere ottimamente e scientificamente corredata, la stessa non troverà sbocco nei miglioramenti della composizione corporea, almeno non alla stessa stregua dei livelli qualitativi e quantitativi che qui si propongono all'attenzione con le foto e video dedicati. L'allenamento svolto secondo i criteri d'intensità summenzionati è stimolo meccanico esterno che si traduce altresì in stimolazioni metaboliche ed ormonali che “spingono il corpo” ad adattarsi agli stessi attraverso modificazione funzionali, metaboliche e morfologiche. Il tutto si traduce in adattamento vero e proprio (e.g.: più massa magra e/o meno massa grassa) solo se a supporto di tali stressors esterni vi è la rimanente parte della programmazione che completa il cerchio adattogeno (e.g.: nutrizione, supplementazione, riposo adeguati). Ma se manca lo stimolo (allenamento vigoroso) per cui il corpo debba trovare ragione di adattarsi (cioè aumentare la massa magra e diminuire la massa grassa), NON SI ADATTERA' MAI nemmeno con il più valido dei programmi scientifici e razionali studiati a “tavolino”.
E’ fondamentale che l’elaborazione programmatica e la contestualizzazione pratica degli aspetti esecutivi e delle intensità allenanti venga redatta da un personal trainer veramente competente in quanto preparato su campo in termini accademici ma anche nei risvolti pratici.
Il “Fai da te” non è consigliabile in quanto anticamera di sicuri fallimenti ed infortuni.A cura del dott. Francesco Casillo