Celiachia come avviene la diagnosi?
Cosa fare prima della diagnosi
Una persona che osserva la presenza dei sintomi tipici della celiachia e dunque presenta disturbi addominali, nausea, vomito o diarrea, in attesa dell’esecuzione di una diagnosi appropriata può agire modificando la propria alimentazione. Un consiglio, in questi casi, è quello di seguire una dieta priva di alimenti con glutine per un periodo di almeno 4 settimane. Durante tale periodo di tempo è bene valutare la propria condizione di salute e dunque, nel caso in cui non siano più presenti particolari disturbi, è possibile esporre una prima possibile diagnosi, ovvero la presenza di un’intolleranza alimentare. In ogni caso è necessario procedere con esami e test più specifici per assicurarsi della condizione di salute presentata.
Quando eseguire gli esami per la diagnosi?
La celiachia può comparire in qualsiasi momento della vita. Non necessariamente questa condizione di salute si presenta alla nascita. I principali elementi che permettono di intuire la presenza di tale intolleranza alimentare sono i sintomi ed i disturbi intestinali. Nel caso in cui un membro della famiglia presenta la condizione di celiachia, è consigliabile a tutte le persone del nucleo familiare di eseguire i test al fine di valutare l’eventuale presenza della stessa condizione di salute. Fattori genetici entrano in gioco, nella diagnosi della celiachia.
Perché eseguire gli esami
La celiachia è una condizione sospetta in persone che presentano segni o sintomi di malassorbimento o malnutrizione. Questi specifici sintomi, tuttavia, non si presentano solo nel caso della celiachia, ma anche in altri contesti. Altre condizioni di salute che portano lo stesso genere di problemi includono, ad esempio, insufficienza pancreatica, morbo di Crohn dell’intestino tenue e piccola crescita di batteri intestinali. Presentandosi i sintomi suddetti, è importante eseguire dei test specifici per confermare la presenza della condizione di salute sospettata. Alcuni esami devono essere effettuati inizialmente per rilevare degli anticorpi specifici che sono presenti nel caso della celiachia. Inseguito agli esami, ottenendo dei livelli anomali ed elevati degli anticorpi, è possibile intuire la presenza della celiachia. Mediante questi esami si è in grado anche di valutare la presenza di alti livelli di un anticorpo noto come anti-gliadina. Questo rappresenta un altro elemento che permette di valutare la condizione di celiachia, ma non permette di confermarne la presenza. La valutazione di questi anticorpi è ad ogni modo necessaria per il monitoraggio del paziente, specialmente inseguito all’avvio della dieta priva di glutine. Allo stesso modo, possono essere osservati i livelli degli anti-endomisio i quali tendono a diminuire dopo aver iniziato una dieta opportuna.
Esami
Specifici esami del sangue con un’analisi degli anticorpi, sono il punto di partenza per la valutazione del caso. I pazienti è bene che consultino un medico al fine di avere una diagnosi precisa.
Esami del sangue che possono essere utili in tali casi sono:
- Anti-transglutaminasi tissutale anticorpo (tTG - IgA e IgG): è il test più comunemente eseguito nel caso in cui si presentino particolari sintomi che inducono alla celiachia.
- Anticorpi anti-endomisio (EMA-IgA): si tratta di un test altamente specifico per la diagnosi della celiaca.
- Anti-gliadina deaminato peptide (DGP - IgA e IgG): è eseguito nel caso in cui il test anti-transglutaminasi tissutale genera un risultato negativo.
- Totale siero di IgA: è utile per controllare i livelli di lgA.
- Anticorpo anti-gliadina (AGA - IgG e IgA): tale genere di test non è adatto per gli adulti, può essere eseguito nei bambini con età inferiore ai 2 anni.
Mediante l’esecuzione di uno o più di questi test è possibile ottenere dei risultati interessanti al fine della diagnosi del paziente. La presenza di anticorpi ed altri elementi valutati con le analisi permette di verificare la presenza dell’intolleranza alimentare nel soggetto interessato.
Risultati degli esami
Un paziente che ha eseguito il test degli anticorpi e che inseguito a questo ha riscontrato un risultato positivo, è necessario che proceda con ulteriori esami. Stesso consiglio è rivolto ai pazienti che presentano un deficit selettivo di lgA. In entrambi i casi si consiglia di consultare un medico per l’esecuzione di una biopsia intestinale. Questo specifico test è necessario per poter confermare la diagnosi di celiachia e valutare il grado di danneggiamento dei villi della mucosa intestinale. I risultati dei test anticorpali sono invece necessari esclusivamente al fine di valutare la presenza della celiachia. Quando i risultati dei test degli anticorpo e la biopsia non sono conclusivi e determinanti per la valutazione del caso, possono essere utili dei test genetici per la rilevazione di DQ2/DQ8. I due specifici geni sono considerati necessari per lo sviluppo della celiachia, sebbene la loro presenza non implichi necessariamente lo sviluppo della condizione. Si tratta, più precisamente, di una predisposizione alla celiachia.
Cosa fare dopo la diagnosi
Una persona, dopo aver scoperto la sua indisposizione nel consumo di alimenti contenenti glutine, è necessario che apporti qualche cambiamento al proprio stile di vita. Innanzitutto è necessario variare la propria alimentazione escludendo ogni alimento contenente glutine. Inseguito a questo primo cambiamento è possibile osservare i primi miglioramenti e la scomparsa dei sintomi. Non esiste una terapia farmacologica in grado di risolvere la condizione ed eliminare il problema. La celiachia è una condizione con la quale si deve convivere per tutta la vita.
Diagnosi della celiachia "in sintesi"
Al fine di diagnosticare la presenza di una condizione di celiachia, è necessario seguire determinati passi. Le tre fasi principali che portano ad una corretta diagnosi del problema comprendono:
- Esami del sangue per la rilevazione di anticorpi glutine;
- Biopsia del piccolo intestino;
- Dieta priva di glutine.
Nello specifico, la prima fase è necessaria per la valutazione della presenza della celiachia. Per quanto riguarda la biopsia intestinale, invece, essa è necessaria per osservare il grado di danni intestinali subiti dal paziente. L’ultima fase è richiesta solamente nel caso in cui la presenza della celiachia è stata confermata. La dieta priva di glutine deve per altro essere seguita per tutta la vita.
I test diagnostici devono essere effettuati prima di limitare o eliminare il glutine dalla dieta; tale accorgimento è necessario al fine di garantire una diagnosi accurata e tempestiva. La dieta priva di glutine dovrebbe essere attuata solo inseguito ai risultati della biopsia.
Conclusioni finali sulla diagnosi della celiachia
La diagnosi della condizione di celiachia può considerarsi ultimata solo quando il paziente presenta miglioramenti seguendo una dieta priva di glutine. Nel momento in cui gli alimenti contenenti glutine vengono rimossi dall’alimentazione, deve essere possibile osservare la scomparsa dei sintomi e dei disturbi. Le persone celiache, mangiando alimenti con glutine, subiscono continuamente danni ai villi intestinali, di conseguenza eliminando questi specifici alimenti si impediscono ulteriori danni e disturbi ad essi. La maggior parte del danno subito dall’intestino viene limitato dal momento in cui viene variata la dieta del paziente. Sono richiesti solamente dai 3 ai 6 giorni a partire dal momento in cui la dieta è stata modificata in maniera appropriata per osservare i primi miglioramenti nel rivestimento intestinale. In un periodo pari a 3-6 mesi è invece possibile osservare la regressione della maggior parte dei sintomi associati alla celiachia. In maniera opposta, nel caso in cui dopo un periodo di tempo di 6 mesi non sono stati osservati dei notevoli miglioramenti nel paziente, è necessario valutare con maggiore attenzione alcuni aspetti. La dieta rappresenta il primo elemento da considerare con maggiore attenzione. È necessario rivalutare e perfezionare il proprio programma alimentare, cercando di stilare una dieta sana e completa di tutti gli elementi nutritivi giornalmente necessari.
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